Le catene globali di Import/Export hanno risentito della caduta registrata nel 2020, ma il digitale è stato di importanza strategica non solo per evitare un impatto troppo potente sull’economia, ma anche come veicolo di crescita per le nuove catene del valore
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I trend che sintetizzano le stime dell’export tradizionale e digitale italiano nel 2020 delineano alcune incertezze, ma anche solidi risultati, come quello positivo rilevato sulle performances delle imprese messi in atto dall’utilizzo di tecnologie digitali e capitale umano in modalità sinergica. I servizi offerti sia in versione tradizionale che digitale offrono una versione più matura dell’impresa italiana, in particolar modo legata all’ambito Export.
L’Export Digitale il traino per un aumento delle prestazioni di mercati emergenti ed economie avanzate
Mettendo insieme i vari canali di commercio – B2c, B2b e B2B, vediamo che, nonostante il calo di fatturato dovuto all’alterazione dei consumi di alcune aree merceologiche, i bilanci sono stati positivi per quanto riguarda quasi tutti i canali menzionati.
Strumenti, risorse, competenze manageriali e tecniche digitali che proiettano l’azienda verso una crescita sia orizzontale che verticale che rende l’export più attivo ed efficace
Una versione più matura dell’impresa italiana
Il fulcro del cambiamento è stato proprio l’Export digitale a livello internazionale che, non solo ha portato benefici alle aree di commercio interessate, ma su scala più ampia ha trainato la crescita del Pil su tre macro aree principali: l’immissione dei benefici sul mercato globale, nel quale l’export è uno dei cardini – le economie avanzate – e i mercati emergenti, che hanno visto nel 2020 un periodo di assoluta rivalsa.
Crescita netta per il mercato B2c: il successo del digitale
Le stime, secondo l’Osservatorio per L’Export Digitale del Politecnico di Milano, vedono un aumento del Pil ancora in crescita per tutto il 2022. Se nel settore B2b c’è stato, come prevedibile, un lieve calo dell’Export di prodotti e servizi – dovuto in misura consistente alla riorganizzazione del modus operandi di imprese e lavoro – per quanto riguarda il settore B2c, la crescita non ha conosciuto cali, anzi ha visto crescere potenzialità e introiti.
Il beneficio per il mercato internazionale e la crescita verticale
Le aziende che hanno visto destabilizzarsi in maggior modo il rapporto tra offerta e richiesta – aumentando la percezione del rischio di intraprendere nuove azioni su mercati internazionali – sono state quelle del settore logistico, commerciale e di fondi di finanziamento. Tuttavia, molti sono stati i casi di successo laddove il digitale è stato il centro delle sfide intraprese, in Italia e all’estero.
Per le imprese italiane esportare prodotti digitali permette un beneficio sia in termini interni che esterni alle dinamiche dell’organizzazione aziendale. Tra gli effetti diretti troviamo un miglioramento delle perfomances finanziare, tradotto sui numeri di ROA, ROE e ROS – e sulla capacità di moderare il rischio quando si agisce su un ampio ventaglio di mercati internazionali. Ma il beneficio non si esaurisce con l’attività sui mercati internazionali, perché riguarda anche l’introduzione di strumenti, risorse, competenze manageriali e tecniche digitali che proiettano l’azienda verso una crescita verticale che rende l’export digitale più attivo ed efficace.
Nuovi canali per vendere prodotti e servizi: cambia la catena del valore
Nel medio e lungo periodo per le catene del valore e i settori coinvolti nel cambiamento in atto – logistica – trasporto e spedizioni – lo scenario che si prospetta appare roseo per quello che riguarda l’insediamento di mercati internazionali – soprattutto in vista della crescita esponenziale di nuovi canali di gestione e compravendita di servizi e prodotti.
Author: Claudia Sistelli
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