FIDUCIA E STRUMENTI PER L’AI: DOVE SI TROVA L’EUROPA? DALLE PREVISIONI AI CAMBIAMENTI GIA’ IN ATTO

Il 2021 è stato previsto come un anno chiave per lo sviluppo delle tecnologie AI. Insieme all’impennata del consumo di prodotti digitali, si è avvicendato un cambiamento che già insisteva negli anni precedenti alla pandemia

L’Europa si appresta a prendere atto della nuova e imponente ondata di dati che sta travolgendo l’economia globale. Di “nuova ondata” si era parlato ampiamente anche nel White Paper sull’intelligenza artificiale – “Un approccio europeo all’eccellenza e alla fiducia” pubblicato dalla Commissione dell’Unione Europea nel febbraio del 2020. Come viene spiegato nel trattato, l’Europa, ad ogni impennata nell’utilizzo di applicazioni e piattaforme online da parte di tutti i settori commerciali, assiste ad un nuovo livellamento dei mercati, che determina un riassestamento di funzioni e modalità di fruizione di tutti gli strumenti digitali. Poco prima dello scoppio della pandemia – che ha avuto un’esplosione nell’eco mediatico a marzo 2020 – McKinsey affermava che le principali modalità di conservazione ed elaborazione dei dati sarebbero cambiate nei pochi anni a venire. Cambiamento le cui conseguenze erano state già previste prima del 2019.

L’anno del digitale: il 2021 e il ruolo dell’Europa nelle tecnologie dell’Intelligenza Artificiale

Nel documento proposto dalla Commissione Europea si evidenzia il ruolo dell’Intelligenza Artificiale e del Cloud in tale cambiamento: le strutture di calcolo centralizzate saranno man mano sempre più Machine Learning Adaptive, evidenziando anche come l”edge computing”, configuri l’utente, ovvero il fruitore finale della catena dei dati, come il beneficiario principale di questo strumento. 

Proprio il 2021 è stato proposto come anno in cui le tecnologie europee per il digitale avrebbero potuto avere un aumento progressivo sia per quanto riguarda la progettazione di macchine per l’elaborazione di calcolo, sia per quanto concerne l’automazione dei processi industriali che si accompagna all’utilizzo di queste tecnologie. L’Europa figura inoltre come uno dei continenti dove vi è un elevato livello accademico nel settore del calcolo quantistico. Anche l’Italia esce vincente da questa analisi delle potenzialità in ambito AI, sia nel settore industriale che in quello legato al mondo dei software.

In Italia la tecnologia incontra la formazione on-job e accademica, dove crescono le eccellenze nelle discipline che studiano gli algoritmi che governano l’Intelligenza Artificiale

Gli oggetti connessi intelligenti e le strutture Cloud

C’è poi un dato, contenuto nel documento “La strategia europea per i dati –  Plasmare il futuro digitale dell’Europa – che fa riflettere sull’importanza degli “oggetti connessi intelligenti”, i quali, almeno nelle analisi sulla circolazione ed elaborazione dei dati, sarebbero il punto focale della vera rivoluzione digitale. Viene stimato che negli anni a venire – dato ovviamente da contestualizzare alla luce dell’impennata dell’utilizzo di strumenti digitali – la predilezione per strutture cloud per elaborare i dati, anziché per strutture centralizzate, subirà un aumento di oltre il 60%. Accanto a questa crescita esponenziale, c’è quella che riguarda le professioni digitali (+50%) nel settore Data. 

Comporre lo scenario delle tecnologie nei sistemi di calcolo: informare e formare

Tra gli obiettivi della Comunità Europea c’è anche quello di una regolazione e un controllo dei dati personali dell’utente, come anche di quelli in forma anonima non ritenuti dati sensibili, che concorrono al successo dei strumenti di Data Analysis. Parte di queste finalità è stata perseguita grazie al Regolamento GDPR, con la definizione di norme eque sulla disposizione del trattamento dei dati personali e sulla loro protezione e trasparenza. La stessa condivisione dei dati, in particolare nell’ottica di creare una rete di informazioni accessibile e che promuova una capacità concorrenziale da parte delle imprese, è una delle prerogative per garantire l’efficacia dello strumento digitale. 

Infine, il tassello che riguarda l’elettronica a basso consumo per la realizzazione dei processori specializzati per l’AI compone il puzzle necessario per ottenere alte prestazioni nei sistemi di calcolo di dati. L’Europa in questo settore è altamente specializzata, in un mercato che, per quanto concerne la produzione di processori AI standard, vede ancora gli stati extra UE come leader di nicchia. 

Tra le 70 azioni comuni affinché l’Intelligenza Artificiale diventi uno strumento di prima istanza, efficace e risolutivo, nel White Paper, che allunga lo sguardo fino al 2027, ci saranno quindi operazioni su competenze, tecnologie, industrie e cooperazioni internazionali. Le competenze, come si può prevedere, saranno incentrate sia sulle nuove professioni che sulle digital skills già diffuse, affianco ad una scolarizzazione orizzontale del cittadino grazie alla quale poter consentire una padronanza di mezzi, risorse e questioni legate all’Intelligenza Artificiale e all’utilizzo dei dati. 

Author: Claudia Sistelli

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