ADA LOVELACE: DALLA SCOPERTA DI UN LINGUAGGIO DI PROGRAMMAZIONE UNIVERSALE ALLA REALIZZAZIONE DEL PRIMO SOFTWARE

Alla matematica inglese il merito di essere stata il primo programmatore di linguaggi informatici della storia, ma anche quello di emergere in un universo, quello ottocentesco nella tecnologia delle intelligenze artificiali, relegato soprattutto a figure maschili. Ada Lovelace scopre che le macchine possono risolvere non solo equazioni matematiche, ma anche problemi di vita reale

La macchina analitica che  Charles Babbage presentò al pubblico nel 1842 fu il progetto per il quale la matematica Ada Lovelace prese spunto per dare vita a quella che oggi viene definito il precursore del moderno linguaggio di programmazione. In particolar modo Ada Lovelace intravede nella macchina di Babbage la capacità di elaborare informazioni di natura diversa dai numeri. E’ unitamente a questa prerogativa che si sviluppa il pensiero innovativo di Ada Lovelace, che intuisce le possibilità potenzialmente infinite di elaborare soluzioni per risolvere problemi di varia origine. 

Ad Ada Lovelace, definita il primo programmatore della storia, non va solo il merito di aver contemplato le possibilità di apprendimento artificiale come disciplina al pari di altre discipline scientifiche, ma anche l’aver ridimensionato il limite tra numeri e mondo reale

La visione inedita di Ada sulla Macchina Analitica di Charles Babbage

Dopo aver testato le caratteristiche della creatura inventata da Charles Babbage, ne riconsidera alcuni aspetti peculiari, come quello, del tutto inedito per l’epoca, che riguardava il calcolo di dati che non fossero solo numerici. Lo studio, pubblicato su “Scientific Memoirs” nel 1843, esattamente un anno dopo la presentazione del progetto di Babbage, fa parte di un commento – comprensivo delle elaborazioni personali di Ada – ad un articolo scritto da Luigi Menabrea sul funzionamento della macchina analitica di Charles Babbage. Lo spunto per tale studio partì, in principio, dalla richiesta a Lovelace da parte di Babbage di tradurre in inglese il trattato di Menabrea. 

Il Contributo di Ada Lovelace alla storia dei linguaggi di programmazione

Ad Ada Lovelace, definita il primo programmatore della storia, non va solo il merito di aver contemplato le possibilità di apprendimento artificiale come disciplina al pari di altre discipline scientifiche, ma anche l’aver ridimensionato un limite, quello tra numeri e mondo reale, che definì un enorme passo in avanti per le scoperte che si susseguirono dopo, come quella di Alan Turing

Nello scomporre e ricomporre le teorie presenti nel trattato sul funzionamento della macchina analitica di Luigi Menabrea, Ada Lovelace elaborò un algoritmo indipendente, capace di lavorare in maniera più complessa rispetto a quello sviluppato da Menabrea. L’algoritmo viene definito oggi il primo software della storia. Per mancanza di fondi la macchina analitica di Babbage non fu mai realizzata, ma fu, insieme al linguaggio di programmazione di Lovelace, un archetipo sul quale fu prodotto il primo software comprensivo delle caratteristiche di base con cui lo intendiamo oggi, il cui termine – software – letteralmente “prodotto leggero”, fu coniato dalla Royal Army durante la seconda guerra mondiale, in seguito alla decrittazione dei codici della macchina Enigma. Alla costituzione della Macchina Enigma partecipò anche Alan Turing.

La macchina Enigma venne riconsiderata come un complesso di funzionalità fisiche e immateriali. Fisiche per via della complessità, via via sempre più ampia, della sua struttura ingegneristica, e immateriali per la necessità di elaborare di linguaggi in grado di interpretarne le proprie leggi di apprendimento. 

L’intelligenza artificiale: un vantaggio per il mondo 

Ada Lovelace – morta a soli 36 anni nel 1852 per le complicazioni sopraggiunte a un tumore uterino – aggiunge alla storia del linguaggio di programmazione un tassello fondamentale per comprenderne utilizzo e potenzialità. Essa ne scopre le utilità, ma riesce ad intravedere anche i vantaggi riportati ad una società, quella del 1800, in pieno fermento intellettuale, che riponeva nella tecnologia il successo per una una vita migliore. Concetto che adesso può apparire consolidato, ma che Ada Lovelace riprese, nel contesto dell’epoca, in maniera del tutto inedita e che concede, anche dopo secoli di invenzioni nel campo del linguaggio di programmazione, spunti per comprendere quali effettivi soluzioni e nuovi raggi di azione comporta l’applicazione di una intelligenza artificiale.

Ad Ada Lovelace, oltre al nome di un linguaggio di programmazione (ADA) , nel 2018 è stata dedicata un’organizzazione, la Ada Lovelace Institute, un ente che ha la missione di garantire che i due pilastri delle tecnologie della New Economy – I Dati e l’Intelligenza Artificiale – siano un vantaggio non solo per gruppi di società elitari, ma un bene globale.

Image Credits: Creator: Donaldson Collection | Credit: Getty Images

Author: Claudia Sistelli

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