INTERNET OF THINGS: LE COMPETENZE CHE AIUTANO LA SMART CITY A ESSERE UN LUOGO PIU’ SOSTENIBILE

Abilitare le skills di sviluppatori e ingegneri per renderle parte del nuovo mercato Sustainability Centric: è questa la prerogativa dell’applicazione delle tecnologie Internet of Things, che designano una inedita dimensione tra identità fisica e digitale

L’intelligenza umana e quella artificiale o aumentata hanno bisogno di skills adeguate ad un cambiamento che interessa ogni ambito del rapporto tra essere umano e macchina. Il prodotto delle tecnologie di Internet Of Things affiora nella quotidianità attraverso strumenti della Smart City, della Smart Home e di tutte quelle tecnologie che già hanno pervaso settori in cui i progetti innovativi di intelligenza artificiale hanno avuto un ruolo di primaria importanza. 

La Metodologia progettuale Design Thinking Oriented per unificare un’identità fisica e digitale

Se nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale, l’Open Innovation porta un contributo che riguarda per la maggior parte l’integrazione tra competenze umanistiche e tecniche, nel campo dell’IoT questo passaggio pare essere già assorbito nell’accompagnamento delle skills preesistenti a quelle ad hoc per le tecnologie IoT. Tra tutte le leve che hanno reso possibile questo passaggio, figura la metodologia Design Thinking Oriented, che applica un approccio più olistico al lavoro di squadra e a quelle che sono le dinamiche che portano alla creazione di un prodotto che possa essere inserito, pur nella sua nuova forma e complessità, in un contesto comune. In tal senso emerge una evidente sintesi, nelle nuove fisionomie dell’Internet delle Cose, tra dimensione fisica e digitale, evolvendo verso una un’unica identità ibrida

Le competenze per lavorare nel mondo IoT

Aziende come SAP, IBM e Cisco, hanno già in programma un investimento consistente negli oggetti cosiddetti intelligenti, capaci di apportare un reale vantaggio ai business che navigano in direzione di un rapporto sempre più equilibrato tra valore del prodotto e costo per la società. 

In una linea di evoluzione che vede Design Thinking, IoT, Augmented e Virtual Reality, le competenze in gioco sono di base le stesse che il mercato ha cercato negli ultimi 20 anni, ma con qualche novità in più.

Le tendenze in ambito Hardware Engineering e Programming e Software Engineering rispecchiano quelle legate al mondo dei altri settori di sviluppo di Devices Internet Of Things: la conoscenza dell’etica dei dati e alla privacy, necessaria per integrare l’innovazione alle esigenze dell’utente. L’hardware engineer disegna e realizza il motore del device nell’etere. Potrebbe trovarsi a che fare con l’installazione di una rete WI-FI, così come di altre soluzioni di connessione on-demand. Le skills da possedere includono disegno Autocad, MEMS, mentre il Soft Developer Engineer ha a che fare con un ecosistema di linguaggi di programmazione diverso rispetto a quello di qualche anno fa. Python, Rapsberry Pi, Node.js, Arduino boards e C/C++ sono un must per quanto riguarda la programmazione di IoT.

Capire la Business Intelligence per rendere performanti i devices di IoT

Accanto all’hardware e al software engineer, troviamo altre skills che riguardano la Business Intelligence dei dati dei quali si servono le IoT,  nelle quali troviamo competenze di Predictive Analytics, PaaS (Platform as Service), Apache Hadoop e NoSQL. Da specificare che in questo campo una sensibilità per le dinamiche di Business è indispensabile. Accompagnano le figure di sviluppo back end, tra quali troviamo anche quelle che si interessano di Information Security, anche quelle che curano l’aspetto e l’interazione dei device con l’utente: gli UX e UI Designers e il Mobile Developer. 

L’imperativo per applicare nel miglior modo tali skills è quello di riuscire a canalizzare la potenzialità dei big data in un’organizzazione complessa che è fatta di analisi dei dati al fine di tradurli in azioni intelligenti da parte dei devices. Per fare ciò sono necessarie skills che riescano a destreggiarsi in contesti differenti, come – i center data management – e una varietà di sensori e applicazioni al fine di far comunicare essi con l’esterno. 

Author: Claudia Sistelli

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