Come è cambiato il mondo del recruiting nel settore IT? Parliamo con Cristiano Bottaro, Delivery Manager di Investech
Cristiano Bottaro, da 4 anni nel team Investech, ha un’esperienza ventennale come Manager di gruppi di lavoro e come Account Manager. In vent’anni di IT molte cose sono cambiate, a partire dal mercato di riferimento, che si è trovato di fronte a nuove modalità di ricerca del personale, come quella, più o meno recente, dell’outsourcing.
In quest’intervista emerge un quadro piuttosto felice sul ruolo dell’Outsourcing nel settore IT, in particolar modo per quanto riguarda l’adeguamento ad una iper-specializzazione di skills. Per coprire il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, molto possono fare invece corsi di formazione di alta qualità. Infine, la tecnologia ha giocato e gioca tutt’ora un ruolo importante nell’IT Recruiting, ma anche in tutti i settori della ricerca del personale. Merito delle nuove piattaforme web, in grado di rendere l’esternalizzazione di risorse ancora più fluida e flessibile.
Rispetto al passato, è diventato più semplice fornire servizi alle imprese attraverso l’esternalizzazione delle risorse umane?
Cristiano Bottaro:
Grazie all’outsourcing le aziende tecnologiche hanno la possibilità di attingere oltre che dal mercato anche nel bacino sempre più ampio di aziende di consulenza. La difficoltà nella selezione di risorse, rispetto al passato, è aumentata con l’aumentare delle richieste di specialisti aderenti a specifiche esigenze. Allo stesso tempo sono aumentati gli strumenti tecnologici (portali di lavoro con canali specializzati nell’IT Recruiting, social media, ecc..) per effettuare ricerche e questo sicuramente ha aiutato. In caso di mismatch tra domanda e offerta, tuttavia, neanche questo vantaggio ha sopperito al problema. Ad esempio, rimane tuttora forte l’indisponibilità di risorse sul mercato in tematiche “di moda” come Java, soluzioni CRM/ERP e specialisti di prodotto.
Grazie a strumenti che alleggeriscono le pratiche burocratiche, ad iter di assunzione ridotti all’osso ed alla maggior velocità amministrativa le “consulting” riescono a dare risposte pronte alle esigenze di risorse dei system integrator.
Quali sono gli aspetti più apprezzati dalle aziende che si servono di Outsourcing per fornire servizi ai propri clienti?
C.B.:
Ce ne sono differenti. Uno di questi è la maggior reattività delle società di consulenza rispetto alle multinazionali. Grazie a strumenti che alleggeriscono le pratiche burocratiche, ad iter di assunzione ridotti all’osso ed a una maggior velocità amministrativa le “consulting” riescono a dare risposte pronte alle esigenze di risorse dei system integrator. Esiste poi una diversa distribuzione del rischio di cui giovano le grandi aziende che cercano consulenti. Facendo leva sulle società di consulenza possono allocare e deallocare risorse più velocemente. Da questo vantaggio deriva anche una competitività maggiore sul mercato di riferimento. Infine, inserire in organico risorse attraverso società di consulenza, spesso, permette alle aziende di ridurre i costi del personale specializzato.
L’innovazione tecnologica, nel settore IT come negli altri settori merceologici, quanto ha influito nella crescita del fenomeno dell’Outsourcing, e in che modo?
C.B.:
C’è una differenza sostanziale tra l’appalto di servizi e l’outsourcing di risorse e competenze. Mentre l’appalto di servizi è “normale amministrazione”, l’outsourcing è alimentato non solo da esigenze ecomiche ma soprattutto dall’inarrestabile aggiornamento degli strumenti tecnologici. L’alta specializzazione e differenziazione delle competenze richieste dal mercato è tipica del settore informatico. Per questi motivi la richiesta di differenziazione delle skills fa si che le aziende IT debbano ricorrere alle consulting per coprire spesso buchi di competenze e di organico.
Vent’anni fa i corsi venivano principalmente erogati dalle aziende produttrici di prodotti e servizi ed erano le aziende stesse che assumevano. Ora il fenomeno dell’esternalizzazione si è esteso anche alla formazione
Le competenze acquisite sul campo, vent’anni fa come adesso, valgono ancora di più di attestati, corsi di formazione e istruzione accademica?
C.B.:
Le giovani leve hanno qualche chance in più e in alcuni casi proprio la loro giovane età diventa un fattore a favore dell’assunzione, a dispetto delle competenze, che vengono acquisite nel tempo. Questo non vale, però, quando si ricercano figure per ruoli manageriali o altamente specializzati. In questo caso competenze acquisite nel tempo ma soprattutto esperienza valgono più di qualsiasi attestato. Per quanto riguarda corsi e certificazioni le cose sono radicalmente cambiate. Vent’anni fa i corsi venivano principalmente erogati dalle aziende produttrici di prodotti e servizi ed erano le aziende stesse che assumevano. Ora il fenomeno dell’esternalizzazione si è esteso anche alla formazione, grazie alle innumerevoli società specializzate nell’erogazione di prodotti formativi (non sempre di alto livello). Lo chiamerei una sorta di “outsourcing della formazione”.
Come vedi, tra altri vent’anni, il futuro delle società che si occupano di esternalizzazione dei servizi IT in Italia?
C.B.:
Fra vent’anni le aziende di consulenza dovranno puntare maggiormente sulla specializzazione delle professionalità fornite attraverso l’outsourcing e, ancora più di oggi, su una formazione di qualità che possa aiutare a superare il gap tra domanda e offerta di lavoro.
Author: Claudia Sistelli
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